Buongiorno a tutti, oggi 13 novembre è il mio compleanno! 🙂 Tanti auguri a me! 🙂 Tanti auguri a me! Domenica scorsa, proprio durante il pranzo con amici, ho sfornato il pane che vedrete. Un caro amico, poeta, era li con noi. Dopo qualche giorno ricevo una mail con in allegato un regalo per il mio compleanno. Una poesia!
Pane…
Vedevo le sue mani affusolate color avorio affondare in un impasto morbido ma allo stesso tempo consistente, color paglierino. Di tanto in tanto si aiutava con un cucchiaio da cucina e andava distillandovi sopra del liquido chiaro.
Dalle sue mani alzavo lo sguardo verso il suo corpo e il suo viso che sorridevano, impegnati, partecipi di quella nuova creazione.
I lunghi e gonfi capelli erano già stati raccolti dietro la nuca a formare una coda che andava danzando quando lei si spostava dal tavolo al forno; ma a dire il vero era tutta la sua persona a esprimere una grazia danzante anche se nulla era lasciato al caso, così come i passi in un valzer viennese: un…due…tre, un..due…tre.
Stavo al suo fianco e sentivo il profumo di lei mischiarsi con quello dell’impasto e intiepidirsi al calore che il forno acceso propagava nella cucina: profumo di rosa e di pasta che ancora non si è trasformata in pane.
Torna a sorridere come una bambina, compiaciuta e attenta a quella ”creatura” che ha tra le mani e subito si stizzisce se io le intralcio inopportunamente il suo candido lavoro.
Apre e richiude il forno per controllarne la temperatura e la vampata le scompone un po’ i capelli che subito rimette a posto con un movimento del viso; e così abbagliano i suoi occhi azzurri e sorridenti…
Come una lingua d’acqua fa scendere lentamente l’impasto nella forma di metallo che presto viene richiusa nella fornace che l’attende.
Ma ciò che per altro sarebbe la fine, per lui è l’inizio della vita: apre e sbircia furtiva e premurosa, come fosse una creatura; e lo vede iniziare a muoversi, a gofiarsi e colorarsi…
Io guardo lei e le vedo gonfiarsi il ventre, la vedo attendere un’altra creatura; ora sono io a sorridere con lei, colmo di gioia per quest’altro miracolo.
Scorre il tempo e torna a guardare e il sorriso si fa quasi grido di gioia davanti a tanta bellezza.
Anche lei ha perso la linea sottile ed è rivestita da quella forma speciale che tanta meraviglia e venerazione sempre destano in me le madri in attesa.
L’impasto non c’è più: al suo posto viene estratto dal forno un pane grande grande, colorato e striato tra l’avorio e il marrone, morbido e croccante, dal quale ne esce una tiepida fragranza.
Lei è colma di gioia! La sua nuova creatura è nata dalle sue mani e la prende in braccio come un neonato.
E io sento il vagito del suo primo figlio che pure tiene in grembo dopo il suo parto.
A Monica, con affetto, per il suo compleanno!
Carlo
….e con la stessa procedura dello sfilatino ho voluto preparare anche una pagnotta, usando sempre lo stesso metodo di lievitazione. Ho, però, cambiato una farina, usando la farmo per pane e, approfittando del pranzo a casa del fidanzato, usato il forno della suocera.
Ricapitolando
per il poolish:
100 gr di farina glutafin select
200 gr di acqua
9 gr di lievito di birra
per il secondo impasto invece:
200 gr di farina FibrePan Farmo
200 gr di glutafin select
150/160ml di acqua
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino raso di sale fino
Per questa volta ho lasciato che l’impasto finale lievitasse (per 4 ore mezza) in una ciotola di vetro, ben unta di olio.
Forno 200 °C preriscaldato. Su carta forno spolverizzata con farina di mais, ho versato delicatamente l’impasto. Ho lasciato cuocere il pane (su leccarda capovolta), che in cottura è lievitato ancora, prima nella parte bassa, circa 10 minuti e altri 20/25 minuti nella parte centrale.
La vostra Monica 😉
Ah, tranquilli! Arriverà anche il dolce!